venerdì 30 marzo 2012

Corso di Disegno Naturalistico e Scenografie Museali in campo naturalistico


CORSO DI DISEGNO NATURALISTICO
e scenografie museali in campo naturalistico
Docente Lorenzo Dotti
Napoli, Orto Botanico dell’Università degli Studi Federico II
7-11 maggio 2012

Nella prestigiosa cornice  dell’Orto Botanico dell’Università di Napoli, dove sono conservate circa 9000 specie vegetali raggruppate in preziose collezioni tematiche, si svolgerà dal 7 al 11 maggio 2012 il Corso di Disegno Naturalistico tenuto dal docente Lorenzo Dotti.
Il disegno naturalistico è da sempre riconosciuto come strumento di conoscenza e divulgazione del mondo naturale. Il corso si pone l’obbiettivo di fornire le nozioni tecniche di base per illustrare correttamente il mondo naturale; è un viaggio colorato nella Natura attraverso la rappresentazione di alcune sue forme: dalle pietre alle nuvole, dalle piume agli alberi, dalla corteccia alle farfalle attraverso prati fioriti, boschi d’inverno e montagne innevate.
Ogni lezione è composta di una parte teorica che introduce l’esercitazione pratica: si tratta di rappresentare, con le tecniche trattate, soggetti naturali riproducendoli dal vero o da materiale illustrato.
Ogni partecipante è seguito direttamente dal docente che aiuta e corregge la costruzione del disegno.

MATERIALE FORNITO
Attestato di partecipazione al corso
Brossura contenente schemi grafici e sagome in bianco e nero di animali e piante con l’esatta nomenclatura scientifica delle singole parti.
Bibliografia naturalistica: elenco di libri indispensabili per avvicinarsi e approfondire le proprie conoscenze sul disegno naturalistico.
Cronologia dell’illustrazione botanica: elenco dei principali autori e opere dell’illustrazione botanica e link di accesso a collezioni digitali che ne conservano le opere.

TECNICHE TRATTATE
Acquerelli, disegno al tratto matita e drawing pen waterproof.

  MATERIALI E MARCHE CONSIGLIATE
I partecipanti al corso dovranno procurarsi i seguenti materiali
indispensabili per la buona riuscita del corso.

Confezione Acquarelli : Cotman Winsor&Newton Pocket Box  12 mezzi godet con Pennello Tascabile in acciaio e n.1 mezzo godet nero.               

Blocco carta per acquarello a scelta tra questi prodotti:                    
Blocco Cotman Winsor & Newton 10 fogli per Acquerello a grana fine da 300 g/mq formato 31x41.                                                                
Blocco Fabriano Watercolour  Studio 20 fogli grana fine 300g/mqformato31x46.                                                                      
Blocco Hahnemuhle Aquarell 12 fogli 325 g/mq formato30x40.                
Blocco Arches Aquarelle grana fine 20 fogli 300 g/mq formato 26x36.

Pennelli sintetici corti rotondi a scelta tra queste marche:                           
 Da Vinci rotondo manico corto, numeri 2,4,6,8.                                    
Winsor & Newton manico corto. Numeri 2,4,6,8.                                       
Pennello piatto sinteticopennello piatto in setola cinese qualsiasi marca del numero 12                                                                                     
Matita3H, Hb, 2Hb                                                                         
Pennarelli a punta fine: Staedtler nero waterproof numeri 2 e 3       
Tempera bianca: confezione piccola Talens o Maimeri.                       
Gomma. Cutter con lama da 9 mm. Fazzoletti di carta. Barattolo per l’acqua.

PROGRAMMA

1º LEZIONE: Tecniche base del disegno naturalistico. Iniziazione all’acquerello – il colore: come prepararlo, costruirlo, stenderlo.
I materiali: la carta, i colori, i pennelli.
Proiezione del Power Point “Iconografia Naturalistica: dalle grotte ornate a Photoshop”
Esercitazione: le forme e i colori reali – riproduzione dal vivo e in                                          scala reale di un soggetto naturale (penna, pietra, ramo, conchiglia, pigna).

2ºLEZIONE: Iconografia botanica: l’erbario illustrato.
Proiezione del PowerPoint “Iconografia Botanica:origini,sviluppo attualità”
Esercitazione: riproduzione dal vero di un soggetto vegetale: foglie, fiori.

3ºLEZIONE: Iconografia botanica: l’erbario illustrato.
Esercitazione: riproduzione dal vero di un soggetto vegetale: cortecce, alberi. Esercizi in studio e all’aperto tra le collezioni viventi dell’Orto Botanico dell’Università degli Studi Federico II di Napoli.

4ºLEZIONE: Disegnare gli uccelli: anatomia dei volatili.
Proiezione del Power Point “Iconografia Ornitologica: dal Gufo della grotta di Chauvet alle guide da campo”
Esercitazione: riproduzione da fotografie  e illustrazioni di un uccello posato e in volo.

5ºLEZIONE: scenografie, diorami e pitture murali.
Esercitazione: realizzazione di un diorama dal bozzetto preparatorio, contenuti e metodi, alla pittura finale su legno.

Il corso si svolgerà presso l’Orto Botanico dell’Università degli Studi Federico II di Napoli via Foria 223, dal 7 al 11 maggio 2012
con orario 10,00-12,30 - pausa pranzo - 14,00- 16,30
Costo d’iscrizione al corso euro 200.
Numero minimo di partecipanti 5 massimo 20.
L’iscrizione al corso dovrà pervenire tramite mail al seguente indirizzo lorenzo.dotti@studioalcedo.it non oltre la data del 25 aprile 2012.

Per iscrizioni e informazioni:
Lorenzo Dotti 3334648829 





lunedì 26 marzo 2012

Nomadi per sempre




Torino, Ponte Amedeo VIII, 16 luglio 2011
La megalopoli padana avanza inesorabile lungo la direttrice Torino-Venezia inglobando tutto con una colata di infrastrutture che nel tempo hanno modificato radicalmente il territorio e il paesaggio. Cemento e asfalto hanno inglobato prati, boschi e paludi che rimangano solo nei ricordi, nei toponimi. Hanno massacrato il tessuto di piccoli borghi urbani, hanno seminato  ovunque la finta ricchezza dei capannoni industriali,  triste profilo a bordo strada che nasconde le montagne ormai antico ricordo dello sconfinato  orizzonte padano dove un tempo moriva lo sguardo. Fai fatica a trovare segni di naturalità in questa pianura che parla americano dove le piante e gli animali spesso provengono da terre lontane, frutto di antiche e recenti introduzione, come gli  scoiattoli grigi e le minilepri dal nordamerica, i  gamberi rossi dalla Louisiana, i pesci siluro dall’europa orientale, le tartarughe a stelle e strisce, ed un corteo infinito di piante aliene, robinie, ailanti, solidago, ad occupare il posto delle quercie e degli olmi. Hanno seminato cemento, asfalto, e centri commerciali senza fine, coprendo tutto, tranne il grande fiume e i suoi affluenti. Hanno provato negli anni a domarlo a costringerlo dentro argini di orrende e inutili prismate, ma lui è li più vivo di prima a dimostrare la dinamicità del mondo naturale. Vivo e libero di correre e di riprendersi antichi spazi perduti che ad ogni piena riconquista, ricordandoci di costruire lontano dalle sue sponde come ricordano i nomi di antiche cascine costruite nel posto sbagliato : Cascina Malpensata.                              
Terra di confine questa, serpentone di ghiaia e acqua dove trovano rifugio animali, uccelli e piante che non trovano posto in città, e uomini e donne  che migrano come le Sterne o gli Aironi per cercare un pezzettino di terra dove sostare magari per poco per poi ripartire verso nuove o antiche avventure come fu in passato per molti di noi. Potranno coprire tutto, tappezzare la padania con una coperta di finto sviluppo, ma lui il grande fiume ed i suoi infiniti abitanti saranno sempre li lungo le sue sponde. Gli Svassi maggiori portano a spasso i giovani dell’anno, i Cannareccioni cantano nei canneti, e le Rondini volano basse a caccia sul fiume, nomadi per sempre.

Torino. Stura di Lanzo, Ponte Amedeo VIII. 16 luglio 2011

 
I fiumi e le loro sponde rappresentano uno straordinario corridoio naturale per la sosta, l’alimentazione e la nidificazione di un gran numero di specie di uccelli. La zona della confluenza tra la Stura di Lanzo ed il Fiume Po a Torino, riveste una particolare importanza dal punto di vista ornitologico: l’area ospita l’unica garzaia urbana italiana, insediata dal 1986, con più di cento coppie di Aironi cenerini nidificanti, e lo specchio d’acqua della confluenza offre rifugio a numerose specie di uccelli acquatici.


Torino. Diga del Pascolo, confluenza Fiume Po-Stura di Lanzo 16 luglio 2011


 
 
 



Napoli


Napoli 11 febbraio 2004. Cielo nero carico di pioggia. Abbandono Chiaia e i quartieri alti verso mezzogiorno, per farmi inghiottire dalla città: giù per le scalette e via per Spaccanapoli, dall’alto è come un canyon, le case come pareti di roccia che strapiombano nel mare umano chiassoso colorato e in continuo movimento. La colonna sonora è quella della città: rumori di traffico, mercato, lingue e dialetti che si incrociano; anche gli odori sono cittadini, ma le forme e i colori sono straordinari: palazzi enormi con portoni da giganti, facciate fatiscenti tappezzate di lenzuola, ricchi palazzi colorati di rosso grigio e nero e bancherelle infinite di pesci, molluschi, di verdure per noi rare, di libri usati, di tutto usato, di biancheria intima, super intima, quasi da troie; strade lastricate lucide e nere, San Gregorio e i suoi presepi, una pizza da Sorbillo e un caffè in Piazzetta Nilo: insomma la solita bellissima Napule. Comincio a capire il mal d’Africa: anche Napoli è un po’ africana o forse l’Africa è Napoli, un meraviglioso mercato senza fine. “ E dio, un brutto giorno, creò la padania, poi accortosi dell’errore inventò la nebbia!” antico proverbio napoletano.
 

domenica 25 marzo 2012

Casalborgone, Collina Torinese

Le colline ritornano a colorarsi di bianco: dopo l'abbondante neve di quest'inverno le colline esplodono nel biancore delle fioriture dei ciliegi selvatici, dei pruni e dei frutteti.

Casalborgone 25, marzo 2012 pruni in fiore

martedì 13 marzo 2012

Egitto, Mar Rosso





Acqua bassa sotto di me, con la pancia che sfiora la scogliera.
Acqua bassa e pochi centimetri di vita, qualche alga, pochi pesci e qualche riccio.
Sono nella terra di mezzo tra la laguna e il reef.
Quella terra con poca acqua che come un breve corridoio mi porta verso il paradiso.
Con le mani dolcemente mi attacco alle rocce per spingermi in avanti verso un orizzonte più profondo.
Eccolo, il reef, arriva all’improvviso, come baratro, burrone, precipizio, volo nel blu profondo, arriva come una fucilata di vita: il deserto intorno si anima, centinaia di pesci chirurgo azzurri e neri si materializzano dal nulla girandomi attorno come padroni irrequieti del loro magico mondo.
La barriera è li:  salto nel blu, eccesso di vita, botta di colore, orgia di forme.
Le lacrime attraversano la maschera, il cuore batte forte.
Mi sento a casa.
Love reef
Mi lascio trascinare dalla corrente senza opporre resistenza, accarezzando la barriera con lo sguardo. 


 


Isola di Capraia



È facile raccontare Capraia a chi come noi ci è gia stato, è meno facile raccontarlo agli altri; è allora proviamoci così: immaginate uno scoglio di lava lungo 8 km e largo 4, abitato da 200 persone e con una sola strada lunga appena 700 m, senza spiagge e senza ombrelloni, senza semafori e discoteche. Ma sono talmente tanti i “senza” che si fà prima a raccontare cosa c’è: un piccolo porto e un piccolo paese di case basse e colorate, un castello, due torri, un vigile urbano, tre carabinieri,un postino, due negozi di alimentari, quattro pescatori, una scuola con due classi miste, un prete e tantissimi gatti, tanta lava, molta macchia, pesci uccelli e un centinaio di mufloni. Qui il vero protagonista non è l’uomo ma è la natura che nei secoli ha disegnato questo scoglio di lava, con il vento che piega i cespugli schiacciandoli al suolo, con le mareggiate che la isolano dalla civiltà, con quella macchia mediterranea che ad aprile esplode in profumate fioriture, e con quella pacifica invasione di migliaia di uccelli nel periodo della migrazione. Salgo sul traghetto che mi riporta alla civiltà, nel mare lontane due balene tagliano il mare, ciao capraia.


La Ninfa del corbezzolo e il Covento di S.Antonio
Isola di Capraia, Forte S.Giorgio e Faro
Dalla Punta del patello guardando a sud
Costa occidentale, l'Isola dei gabbiani
Dalle Formiche guardando a sud-ovest
Dal Monte Capo guardando verso il paese
Zurletto e Magnanina
Torre dello Zenobito
Barbanera
Il guardiano del porto
Gheppio

Punta del Ferraione, faro e Monachella, Isola di Capraia