Acqua bassa
sotto di me, con la pancia che sfiora la scogliera.
Acqua bassa
e pochi centimetri di vita, qualche alga, pochi pesci e qualche riccio.
Sono nella
terra di mezzo tra la laguna e il reef.
Quella
terra con poca acqua che come un breve corridoio mi porta verso il paradiso.
Con le mani
dolcemente mi attacco alle rocce per spingermi in avanti verso un orizzonte più
profondo.
Eccolo,
il reef, arriva all’improvviso, come baratro, burrone, precipizio, volo nel blu
profondo, arriva come
una fucilata di vita: il deserto intorno si anima, centinaia di pesci chirurgo
azzurri e neri si materializzano dal nulla girandomi attorno come padroni
irrequieti del loro magico mondo.
La barriera
è li: salto nel blu, eccesso di vita,
botta di colore, orgia di forme.
Le lacrime
attraversano la maschera, il cuore batte forte.
Mi sento a
casa.
Love reef
Mi lascio
trascinare dalla corrente senza opporre resistenza, accarezzando la barriera
con lo sguardo.
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