lunedì 26 marzo 2012

Nomadi per sempre




Torino, Ponte Amedeo VIII, 16 luglio 2011
La megalopoli padana avanza inesorabile lungo la direttrice Torino-Venezia inglobando tutto con una colata di infrastrutture che nel tempo hanno modificato radicalmente il territorio e il paesaggio. Cemento e asfalto hanno inglobato prati, boschi e paludi che rimangano solo nei ricordi, nei toponimi. Hanno massacrato il tessuto di piccoli borghi urbani, hanno seminato  ovunque la finta ricchezza dei capannoni industriali,  triste profilo a bordo strada che nasconde le montagne ormai antico ricordo dello sconfinato  orizzonte padano dove un tempo moriva lo sguardo. Fai fatica a trovare segni di naturalità in questa pianura che parla americano dove le piante e gli animali spesso provengono da terre lontane, frutto di antiche e recenti introduzione, come gli  scoiattoli grigi e le minilepri dal nordamerica, i  gamberi rossi dalla Louisiana, i pesci siluro dall’europa orientale, le tartarughe a stelle e strisce, ed un corteo infinito di piante aliene, robinie, ailanti, solidago, ad occupare il posto delle quercie e degli olmi. Hanno seminato cemento, asfalto, e centri commerciali senza fine, coprendo tutto, tranne il grande fiume e i suoi affluenti. Hanno provato negli anni a domarlo a costringerlo dentro argini di orrende e inutili prismate, ma lui è li più vivo di prima a dimostrare la dinamicità del mondo naturale. Vivo e libero di correre e di riprendersi antichi spazi perduti che ad ogni piena riconquista, ricordandoci di costruire lontano dalle sue sponde come ricordano i nomi di antiche cascine costruite nel posto sbagliato : Cascina Malpensata.                              
Terra di confine questa, serpentone di ghiaia e acqua dove trovano rifugio animali, uccelli e piante che non trovano posto in città, e uomini e donne  che migrano come le Sterne o gli Aironi per cercare un pezzettino di terra dove sostare magari per poco per poi ripartire verso nuove o antiche avventure come fu in passato per molti di noi. Potranno coprire tutto, tappezzare la padania con una coperta di finto sviluppo, ma lui il grande fiume ed i suoi infiniti abitanti saranno sempre li lungo le sue sponde. Gli Svassi maggiori portano a spasso i giovani dell’anno, i Cannareccioni cantano nei canneti, e le Rondini volano basse a caccia sul fiume, nomadi per sempre.

Torino. Stura di Lanzo, Ponte Amedeo VIII. 16 luglio 2011

 
I fiumi e le loro sponde rappresentano uno straordinario corridoio naturale per la sosta, l’alimentazione e la nidificazione di un gran numero di specie di uccelli. La zona della confluenza tra la Stura di Lanzo ed il Fiume Po a Torino, riveste una particolare importanza dal punto di vista ornitologico: l’area ospita l’unica garzaia urbana italiana, insediata dal 1986, con più di cento coppie di Aironi cenerini nidificanti, e lo specchio d’acqua della confluenza offre rifugio a numerose specie di uccelli acquatici.


Torino. Diga del Pascolo, confluenza Fiume Po-Stura di Lanzo 16 luglio 2011


 
 
 



2 commenti:

  1. Complimenti da un ammiratore fiorentino! Che tipo di acquerelli usi?

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    1. Grazie Massimo! Schmincke, Schmincke, ora e sempre Schimncke !Spettacolo di acquerelli!!

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