sabato 15 novembre 2014

L'Indaco europeo

La pianta Isatis tinctoria, nota col nome “guado”, “gualdo”  o “glasto”(pastel in francese) fu coltivata in Europa dal Medioevo fino al ‘700 per produrre la tinta blu nota come “blu di Genova” da cui blue jeans.



Con questa sostanza esportata in tutto il bacino mediterraneo si tingevano sia vesti preziose, sia gli indumenti da lavoro per i marinai e robuste tele. Il paese di Castelnuovo Scrivia (AL) fu il maggiore e più qualificato centro di produzione del gualdo lombardo sino all’800, quando venne soppiantato dall’Indaco orientale ( Indigofera tinctoria).

Indaco 516, watercolour White Nights


Il commercio del “blu di Genova” produceva grande ricchezza: la tintura era confezionata in pani che in Provenza erano chiamati “cocagne”: da qui nasce il detto “paese della cuccagna” per definire un luogo ricco di benessere economico.


Blu indaco scuro 498, watercolour Schmincke
Bruno seppia 663, watercolour Schmincke
Giallo di Napoli 229, watercolour Schmincke



Leonardo da Vinci così riporta nel Codice Atlantico la ricetta “per fare indaco”:
“Per fare indaco. Togli fiori di guado e amido per ugual parte e impasta insieme con orina e aceto e fanne un migliaccio e seccalo al sole e se pendessi in bianco rimetti più fiori di guado rimpastando in modo sia iscuro a tuo modo di colore

Note dalla scheda su Isatis tinctoria di Acta Plantarum: 

La fama maggiore del guado è legata alle sue peculiarita' tintorie. Già nell'epoca preistorica era nota e veniva coltivata per estrarre dalle sue foglie i pigmenti coloranti, dai quali si otteneva l'indaco, la colorazione blu più utilizzata dal genere umano. Indaco è un termine che deriva dal latino indicum riferendosi al paese d'origine, l'India, paese che per secoli esportò in tutto il mondo, questa materia tintoria, ritenuta la migliore in assoluto per qualità.
L'isatis ebbe la sua maggiore espansione in Europa nel Medioevo, sembra sia stata introdotta dai Mori. Dapprima si diffuse in Inghilterra ed in Francia poi in Italia dove le coltivazioni ebbero una grande rilevanza economica, a carattere industriale. Nei secoli 14° e 15° l' esportazione del guado era una delle voci più importanti del bilancio dello stato. L'Umbria fu una delle regioni di maggiore produzione, la cittadina di nome Gualdo, vicino a Nocera, ne è testimonianza.
La materia prima si ricavava dalle foglie, mediante tagli regolari che permettono alla pianta di ricacciare nuove foglie, ottenendo fino a 4-5 raccolti stagionali. Il pigmento veniva estratto dalle foglie, macinate nei frantoi, lasciate macerare per la fermentazione in acqua con l'aggiunta di calce ed altri prodotti alcalini, tra cui l'urina. Con questo processo si otteneva un liquido giallastro, che agitato, ossidato e lasciato a riposo faceva precipitare il pigmento blu. Il composto ottenuto si lasciava essiccare in piccole formelle che al momento dell'utilizzo si scioglievano, come sapone, direttamente in acqua bollente.
Il suo declino iniziò nel XVII secolo quando sul mercato si iniziò ad importare un'altra materia tintoria blu, che si estraeva dall' Indigofera tinctoria, (da cui prende il nome il colore indaco), proveniente dall'India, dalla quale si otteneva un prodotto di maggiore qualità e resa

Indaco 516, watercolour White Nights
 

Nessun commento:

Posta un commento